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INCONTRO CON UNO SCOIATTOLO

Vidi sull'orlo del viale affacciarsi un musino fulvo e con gli occhi
assorti, che non sembravano neppure spiare.
L’animaletto si mosse: e la gran coda ritta, a ventaglio, col fiocco
aero e luminoso, attraversò il viale, venne verso di me. Non mi
mossi.
Una nocciola, l'unica intatta, giaceva vicinissima ai miei piedi; e io
sentii a un tratto, meravigliato, il ventaglio della coda accostarsi
alla scarpa, sfiorarmi le gambe.
Rabbrividii, ma non mi mossi.
Ed ecco il piccolo corpo drizzarsi sottile ed elegante, poco più
alto della coda, rimasta ritta, luminosa contro la luce; ecco le
zampine anteriori portar la nocciola alla bocca e farsi mani.
Erano due manine aeree, bianche, che non avevano più nulla di
ferino (cioè di bestiale) e pareva facessero un gioco,
districassero una trina delicata.
Anche il triturare fine dei denti, lesti lesti, aveva qualche cosa
di infantile e di birichino.
Benedetta Tecchi, Storie di bestie. Bompiani

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