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BIANCHINO E LA SUA FAMIGLIA!

Un pomeriggio d’estate Beatrice stava annaffiando i ciclamini della


mamma, quando sentì un miagolio provenire da un albero.
Beatrice si avvicinò e vide un bel gattino, bianco candido come la neve
che non riusciva a scendere dall’alto pioppo.
Aveva degli occhi rotondi e azzurri come due palline; il suo naso era
rosa confetto e abbastanza umido. I suoi baffi lunghi come antenne,
non li lasciava toccare a nessuno. Beatrice con molta calma cercò di
prenderlo, ma non ci riuscì. Allora il gatto cominciò a miagolare
disperatamente; così la bambina chiamò la mamma, e le disse di
prendere la scala per aiutare il gattino. La mamma prese la scala e
salì, prese il gattino impaurito e lo portò in casa, lo posò sul divano
avvolto in una copertina azzurra, morbida. Il gatto aveva lo stomaco
vuoto, e miagolava perché aveva fame. Beatrice gli diede un po’ di
latte, il gatto scese dal divano e lo bevette tutto d’un fiato. La
bambina a quel punto decise di dargli un nome: “Bianchino”, le
sembrò il nome più adatto. Il gattino diventò grande e si abituò alla
casa e si divertiva soprattutto in cantina a cacciare topi. Con il tempo
si trovò una gattina, ed ebbero due cuccioli, uno nero e l’altro tutto
grigio con il musetto e le zampette bianche.

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