maschere greche - Maschere e artigianato in cuoio

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maschere greche

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           Servo

 


Il teatro era per i greci uno spettacolo di massa, molto sentito e vissuto da parte dei cittadini di ogni classe sociale e condizione economica: esso era infatti un rituale di grande rilevanza religiosa e sociale, considerato uno strumento di educazione nell'interesse della comunità.
La rappresentazione teatrale non è dunque soltanto uno spettacolo: è un rito. Proprio per questo suo carattere collettivo, assunse la funzione di cassa di risonanza per le idee, i problemi e la vita politica e culturale dell'Atene democratica: se è vero infatti che la tragedia parla di un passato mitico, è anche vero che il mito diventa metafora dei problemi profondi che Atene vive. La tragedia pone di fronte agli uomini gli impulsi passionali e irrazionali che si trovano, più o meno inconsciamente, nell'animo umano, permettendo agli individui di sfogarli innocuamente, in una sorta di esorcizzazione di massa.
La recitazione era rigorosamente in versi, e alle parti soliste si accompagnava un Coro, gruppo di attori che assolveva la funzione di collegamento delle scene, commento e narrazione della trama. La forma d'arte di ispirazione più elevata era considerata la tragedia, i cui temi ricorrenti erano derivati dai miti e dai racconti eroici. Le commedie, prendevano spesso di mira la politica, i personaggi pubblici e gli usi del tempo. I protagonisti potevano essere dèi, re, eroi, ma anche uomini comuni. L'ultima fase della commedia attica dopo la commedia antica e la commedia di mezzo è la commedia nuova, che coincide con l'età ellenistica, in cui il cittadino è ridotto al rango di suddito, ininfluente dal punto di vista politico. I temi della commedia si adattano alla nuova realtà, spostandosi dall'analisi dei problemi politici all'universo dell'individuo. I personaggi riproducono dei "tipi" secondo uno schema poi divenuto classico e adattato dalla commedia romana e, più tardi, dalla commedia dell'arte: i giovani innamorati, il vecchio scorbutico, lo schiavo astuto, il crapulone. Le maschere del teatro greco avevano delle fisionomie fisse e accessori diversi (tipo di capigliature, copricapi, ecc.) e servivano innanzitutto per caratterizzare il personaggio, quindi dovevano avere una fisionomia tale da indicare: ceto di appartenenza, stato d'animo, età e carattere. Le donne non potevano recitare e gli attori erano solo uomini, motivo per cui le maschere che rappresentavano personaggi femminili erano sempre dipinte di bianco e quelle maschili di grigio. Inoltre la maschera favoriva l' ascolto, perché ampliava la voce come una sorta di megafono, e la visibilità,  perché era di dimensione più grande rispetto ai volti degli attori così i lineamenti risultavano più marcati e riconoscibili anche da lontano.

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